:-[ ultimo atto ]-:

VICENZA, 5 settembre 2008

il TRISTE PALLADIO FUMANTE :-(

 
 









 


Fattoria Artistica Antersass
COMPAGNIA di PRODUZIONE  e ASSOCIAZIONE CULTURALE
FRONTEdellaCULTURA
HumanRightsArtists

04/09/2008 >> Invito alla PERFORMANCE-APPELLO
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il TRISTE PALLADIO FUMANTE
performance-appello concettuale
di Andrea Palladio
c/o F.A.A. + F.d.C. + H.R.A. + Jam Session :-[ regia di Alberto Peruffo]-:
Piazza dei Signori –  Piazzetta Palladio – Festival No Dal Molin
Venerdì 5 settembre, 20.45 Centro Vicenza, 21.30 Festival

Fumata Rossa del Palladio >> Nell’imminenza della consultazione popolare per il destino della città e delle celebrazioni palladiane del 20 settembre, con l’annunciata visita dei coniugi Napolitano, la figura del Palladio erutta la sua «vergogna-tristezza-indignazione» e annuncia la Conferenza Unesco.

Sintesi della performance-appello concettuale
A conclusione del percorso iniziato la notte del 9 giugno dell’anno scorso con il Cimitero Vagante, proseguito con il nascere del FRONTEdellaCULTURA promotore dell’ISTANZA UNESCO e di molteplici azioni per difendere il Patrimonio di Vicenza, intersecato con il fumo rosso delle Tristi Montagne Fumanti che hanno colorato il cielo di centinaia di montagne e città in giro per il mondo per la difesa dei diritti umani, venerdì 5 settembre sarà messa in opera la performance epilogo il TRISTE PALLADIO FUMANTE.

I morti degli altipiani, The Wandering Cemetery, hanno incontrato le tristi montagne fumanti, The Sad Smoky Mountains :-[  l’incontro tra le due opere d’arte è realmente avvenuto durante la performance al Third International Forum di Bolognano ]-: per affermare che «la memoria deve tornare definitivamente a parlare», e non messa  a tacere. Andrea Palladio, simbolo monumentale dell’arte e custode della memoria, «patrimonio mondiale dell’umanità», proclamato e dissacrato allo stesso tempo dalla sua stessa città d’adozione, nell’anno 2008 scrive una lettera ai coniugi Napolitano invitandoli a rinunciare alla loro visita poiché fondata su false premesse che potrebbero compromettere la loro buona fede.

Una striscia di fumo rosso colorerà con il colore della «vergogna-tristezza-indignazione» l’intera Piazza dei Signori e la Pallida Mente dell’Architetto che si appresta a festeggiare in modo mesto il suo cinquecentesimo anno dove riceverà in dono – conto terzi e con pagamenti dilazionati nel tempo – una nuova base militare. Una città divisa e inconsapevole del Patrimonio culturale e morale acquisito grazie al sacrificio di innumerevoli generazioni si appresta ad accogliere una CONFERENZA UNESCO dove l’ipotesi della perdita di quel Patrimonio è legittima quanto l’affermazione che «la pace e l’urbanesimo, appartengono al mondo intero, la guerra, e le città distrutte, solo alle nazioni che la vogliono fare».

Modalità della performance-appello
Una rete di persone “fumogeniste”, una specie di linea a coda di cometa proiettata verso la statua del Palladio, accenderanno il cuore della città accompagnati da una Jam Session e da una lettura teatrale della lettera del Palladio ai coniugi Napolitano. Un equipe di artisti e videomaker travaserà con pochi minuti di differita la performance sul palco del Festival No Dal Molin annunciando la frase finale pronunciata dal Palladio per sintetizzare gli ultimi anni di vita nella sua città: PRECIPITO PRECIPITO! Ovverosia il titolo dello straordinario spettacolo di Ricky Gianco, Maurizio Camardi, Patrizio Fariselli. Special guest >> Massimo Carlotto  >>> Festival No Dal Molin, ore 22.30.

 

 

04/09/2008 >> Lettera del Palladio ai Coniugi Napolitano dettata – per via postmediatica - dalla Storia AND trascritta – nei limiti della sua Forma Mentis – da Alberto Peruffo
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Gentilissimi Coniugi Napolitano, onorevole Presidente,

sono ben lieto della Vostra annunciata visita a Vicenza per ammirare le bellezze che la mia opera ha generato e che vengono incautamente accreditate a una Città che non merita più.

Vi prego tuttavia di starvene a casa, nei vostri palazzi, agiati, e di prendere nota di quanto segue.

E’ inutile portare omaggio a una Città, ai miei monumenti, quando non si è voluto ascoltare la storia che essi conservano. E dico “voluto” perché di volontà si tratta, non di circostanze dettate dal caso, dalla contingenza dei tempi o da altre fantasie politiche che non fanno altro che nascondere agli occhi ottusi della gente l’assoggettamento che la Sua Italia, Presidente, ha nei confronti del potere economico. Nel mio urbanesimo la polis veniva prima dell’oikos. Nella Sua Italia l’economia comanda, anzi, manomette, offende, disonora la politica.

E’ inutile, per non dire vergognoso (e la mia vergogna la esprimo con il colore con cui vorrei fosse ricordata la mia faccia in questo mesto compleanno, il colore rosso dell’indignazione inespressa, ingoiata giù per condotte forzate e fatta uscire come fumo vaporoso dagli orifizi di una pallida mente, la mia!) è vergognoso, ripeto, che si faccia tanto rumore nell’anniversario irripetibile del mio cinquecentesimo anno, perché rumore si chiama ciò che si celebra in modo disordinato, estemporaneo, senza idea organica, costringendo gli ospiti della Città a navigare tra palazzi imbalsamati, cantieri aperti e mostricciuole scontate, le quali, certo, ben valgono lo sguardo degli specialisti che si arrovellano sulle mie carte, ma non certo la magnificenza dello sguardo popolare, aperto, desideroso di luce, con il quale ho catturato l’attenzione del mondo intero.

E’ inutile che la mia città, grazie a quello sguardo universale, travasato per ogni dove, si sia conquistata la protezione del diritto internazionale per essere esempio al mondo intero di urbanesimo e dei valori ad esso connaturati. L’educazione, la scienza, la cultura, autentici promotori di pace e giustizia, calce e mattone di ogni architettura sociale, che fine faranno se poi, in un solo colpo, si travalica tutto, si passa sopra a una storia secolare, si costruisce un mostro urbanistico e morale, come la nuova base militare, che spazzerà via in un colpo solo le regole sopra citate, rinnegando addirittura la Costituzione da Lei stesso garantita? Un’opera di difesa nazionale è in principio un’opera parlamentare! Ma che Parlamento misero abbiamo che non si accorge neppure di questo! Quale specie di uomini governa oggi l’Italia se dopo tanti anni di sacrifici non si è ancora capito che la migliore opera di difesa è la cultura, ossia l’esperienza e la creatività dei padri?! Non l’economia cieca, subdola, suicida dei figli. Di certi figli. Investono in guerra per farsi promotori di pace. Vomito sangue, rosso, al solo pensarci.

Le chiedo pertanto, essendo la forma della sua visita non corrispondente alla sostanza delle Sue intenzioni e di quelle della Sua cara moglie, che credo buone e riguardose nei miei confronti...

... Le chiedo di rimanere a casa, altrimenti la Vostra visita sarà inevitabilmente tacciata di falsità. I posteri, e i postumi, quale sono io, hanno in dono una parte di verità.

... Le chiedo, in secondo grado, più importante del primo, di dare ascolto alle migliaia di voci che hanno parlato in mia vece nell’istanza firmata per difendere il patrimonio “racchiuso” nella mia città (con quale riserbo non scrivo più la parola “custodito” in un paese, in una città, in una nazione che non ha più custodi!), le stesse persone che saranno pronte ad esprimere civilmente, con forza, coraggio, determinazione, il loro biasimo nel caso Lei avesse il cattivo gusto di visitare una città falsamente celebrata da un branco di ipocriti sedicenti uomini di cultura, assisi irrispettosamente nei banchi del mio Teatro Olimpico, visto che nessuno, nessuno dico uno, o forse uno, timoroso, ha alzato un solo dito, inequivocabile, in difesa di ciò che il mio sforzo architettonico rappresenta (erutto fumo rosso al solo pensiero di questa schiera di pavidi uomini giunti alla maturità senza pensiero, dimentichi di ciò che in gioventù forse accese le loro passioni, le loro straordinarie vocazioni, ora ordinaria amministrazione, il Vescovo di Vicenza in primis, discepolo di quale Cristo io mi domando!)

... Le chiedo infine di non considerarmi più cittadino italiano nel momento in cui la violazione dei diritti sopra accennati sarà messa in opera per volontà di chi governa l’Italia.

La pace appartiene al mondo intero, la guerra solo alle nazioni che la vogliono fare.

Mi ripeto: la pace e l’urbanesimo, appartengono al mondo intero, la guerra, e le città distrutte, solo alle nazioni che la vogliono fare.

Distintamente, non più Suo, un triste Andrea Palladio, fumante.



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Post Scriptum

Niente è dato per certo, tutto è discutibile, la Base, l’Unesco, come la Sua presenza in città.
Io La vorrei, eccome, a Vicenza, per un omaggio serio, propositivo! Per questo La invito con la Sua cara moglie, come ospiti d’onore, alla conferenza di livello internazionale:
LA BASE O L'UNESCO? Il sacrificio di un territorio, del suo patrimonio storico e culturale, alle nuove economie di guerra – Palazzo Chiericati, Sito Unesco, Venerdì 3 ottobre 2008.  

Eminenti studiosi si interrogheranno su questo importante, quanto inquietante, dilemma.

Già... negli ultimi anni, nella mia Città, non trovo più pace e... PRECIPITO, PRECIPITO!

 

photo 05/09/08 by Leonardo Tommasin and Alessandro Colombara

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Alberto Peruffo Concept

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