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 Extraeuropeo 

15 novembre 2002
Redazione Intraisass

 

Patagonia - San Lorenzo

tentativo alla parete Nord-est
Resoconto

 

19 novembre
Ciao, ti scrivo da Chalten (gruppo Fitz Roy-Cerro Torre) dove sono approdato dopo i 25 giorni nel massiccio del San Lorenzo. Non ce l'ho fatta a rientrare subito in Italia perché qui tengo tutti i miei migliori ricordi di gente e di scalate in questa terra. Adesso credo che starò qui circa un mese e non so verso che obiettivi alpinistici mi dirigerò, se salite in solitaria oppure aggregarmi al gruppo di Bubu Bole (per il Cerro Torre, via Egger-Maestri) oppure a chi arriverà. Ora in Chalten la stagione è all'inizio e dopo le due spedizioni al Torre di Ermanno Salvaterra e compagno (tentativo alla parete Sud lungo la via di Parkin-Marsigny, fallito per caduta di ghiaccio ecc.) e quella di Alex Huber e 3 compagni (tentativo di ripetere per primo la Egger-Maestri del Cerro Torre, fallito molto presto, circa 200 metri, a causa del solito maltempo) sono ora il primo scalatore che si trova qui. In effetti la stagione è ancora un po' indietro e c'è ancora un bel po' di neve sui monti. In questi giorni andrò su al campo base del Torre a piantare la tenda (che mi hanno prestato qui) e lasciare un po' di materiale. Ho qui purtroppo solo il materiale da ghiaccio e misto quindi non so se andrò su vie troppo rocciose (se non trovo companeros).
Al San Lorenzo l'obiettivo mio e di Diego Fregona di salire la parete Nordest della montagna è fallito il 4 novembre a causa della troppa neve e dell'eccessivo bel tempo caldo (6 giorni consecutivi senza una nuvola) che dopo 100 metri di misto e cascate di ghiaccio ha fatto sì che la parete ci scaricasse tutto addosso, pietre e ghiaccio. La parete è molto bella ma credo che bisogna tentarla solo con tempo molto freddo o in inverno visto che se non sali su ghiaccio e misto ti trovi nei casini con la roccia del cavolo che c'è sul San Lorenzo, non il solito granito patagonico. Due giorni prima di tentare la parete, il 1 novembre, abbiamo comunque salito una cima inviolata (denominata da noi "Cumbre Silvia") della montagna di fronte al San Lorenzo, chiamata Cerro Hermoso. Un versante inviolato di più di 1200 metri, Ovest, su cui siamo saliti per un percorso di ghiaccio e misto un poquito impegnativo nella parte finale (passi di V+ su roccia marcia, goulotte di ghiaccio fino a 70 gradi e molto misto). In totale più di 10 ore di scalata solo per salire la parete a cui si aggiungono un bel po' di ore per l'approccio e la discesa in una valle sperduta tutta innevata. Per fortuna che avevamo le racchette per scendere sennò saremmo ancora là dentro a lottare contro gli accumuli di neve. Il 2 novembre abbiamo riposato e poi il 3 siamo saliti con tutto il materiale verso il San Lorenzo, camminando per circa 6 ore sui ghiacciai un po' ricoperti dalla neve (molta attenzione a dei crepacci mostruosi) fino alla cima di una montagnetta prima della parete. Scavata la truna riposiamo circa 4 ore senza sacchi a pelo (per essere più leggeri sulla via) e già nella notte ci siamo diretti verso la parete che però, purtroppo, va al sole con le prime luci dell'alba e ha cominciato a scaricare rimandandoci al campo base. Non c'era bisogno di stare al campo base ad aspettare un altro tentativo, eravamo già molto stanchi dal fatto (che ho scoperto qui) che in 2 persone al San Lorenzo ti fai un culo pazzesco con i carichi da portare e tutte le solite cose delle spedizioni, differente da qui dove con i cavalli ti portano il materiale ai campi base. Era per questo che prima di partire ho tentato di cercare una terza persona che venisse con noi. Comunque bella avventura, la cima inviolata e la nuova via l'abbiamo salita e il tentativo al San Lorenzo potrebbe solo essere rimandato ad aprile o maggio, ad inizio periodo invernale (se Berhault non se lo mangia prima...). Ah proposito, solo per curiosità', al campo base facevamo 2 bagni al giorno distesi davanti al ghiacciaio e al San Lorenzo perché ci sono delle fonti termali molto calde, uno sballo assoluto!!! La spedizione più pulita della mia vita...

Luca Maspes
 

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